Le caratteristiche e i requisiti delle startup innovative
Sento spesso confondere il concetto di start-up con l’idea di un business svolto mediante lo sviluppo di applicazioni per smartphone e tablet. Molti, forse a causa dell’assonanza tra i termini “up” ed “app”, sovrappongono i due concetti.
In verità, quando si parla di startup innovativa, ci si riferisce a qualcosa di ben diverso dalle app (per smartphone).
Infatti, non necessariamente il lavoro di progettazione, sviluppo e vendita di software destinati alle applicazioni per smartphone e tablet rappresenta un esempio di startup innovativa.
Neppure il business che abbia iniziato a fare uso delle app per offrire servizi o vendere merci, e per ciò solo, ha i requisiti per potersi definire startup innovativa.
Di contro, una startup innovativa può avere un core business che non ha niente a che vedere con le applicazioni per i moderni dispositivi mobili.
Cosa è una startup innovativa?
Come nasce il concetto di startup innovativa in Italia?
Dal 2012 (d.l. 179/2012), l’Italia si è dotata di una normativa organica il cui scopo è favorire l’implementazione dell’imprenditoria ad alto valore tecnologico. A tal fine, l’ordinamento ha disposto un sistema complesso di agevolazioni per le startup innovative che vanno dalla semplificazione nella fase di costituzione, alla previsione di incentivi fiscali, fino a meccanismi per agevolare l’accesso al credito.
Per poter godere dell’accesso a tali benefici occorre possedere dei requisiti, alcuni dei quali sono, necessariamente, comuni a tutte le imprese che vogliono iscriversi in quella speciale sezione del registro delle camere di commercio, riservata alle startup innovative.
Alcune caratteristiche sono facilmente intuibili già ponendo l’attenzione sul significato dei termini “startup innovativa”.
In primo luogo, infatti, troviamo il concetto di innovazione. Sia essa caratteristica del processo produttivo o del prodotto finale, l’innovazione è un requisito essenziale di questo tipo di attività, che dovrà, pertanto, avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Importante è anche il concetto di replicabilità e scalabilità.
I requisiti della startup innovativa
In seconda battuta, si può ben comprendere che il termine startup si riferisce alla prima fase del percorso aziendale e che, quindi, deve soddisfare il requisito della temporaneità. Difatti, dopo un primo periodo di massimo 5 anni non si potrà più parlare di startup; semmai, ricorrendone i requisiti, ci troveremo di fronte ad una PMI innovativa.
Dunque, le caratteristiche comuni a tutte le startup, sono le seguenti:
- l’impresa deve essere costituita da non più di 5 anni (60 mesi)
- l’impresa deve risiedere in Italia (o in altro Paese UE, purché abbia sede produttiva o filiale in Italia)
- l’oggetto sociale, esclusivo o prevalente deve essere lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico
- l’impresa deve avere un fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro
- l’impresa non deve distribuire utili, né averne distribuiti in precedenza
- la nascita dell’impresa non deve essere il risultato di una fusione, di una scissione o di una cessione di ramo d’azienda
- deve trattarsi di impresa non quotata, costituita come s.p.a., s.r.l., s.a.p.a, soc. coop. o s.r.l.s.
Altri requisiti di legge che definiscono le startup innovative
Infine, esistono altri requisiti per potersi definire startup innovativa, che non sono necessariamente comuni a tutte le imprese. Di questi basta possederne anche solo uno dei tre sotto riportati:
a. l’impresa deve avere sostenuto spese in ricerca e sviluppo e innovazione pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione;
b. l’impresa deve impiegare personale ritenuto altamente qualificato. Per rispettare tale requisito occorre che tra il totale dei soggetti impiegati e collaboratori, almeno 1/3 sia composto da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure sia composta per almeno 2/3 da laureati magistrali;
c. l’impresa deve essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto oppure titolare di un software registrato.
Quante startup ci sono in Italia
Per ricollegarmi all’inizio di questo articolo, ora dovrebbe essere ben chiaro che il business delle app è solo uno dei molteplici ambiti in cui può intervenire una start-up innovativa e che su questo particolare settore di mercato possono operare anche imprese che non hanno i requisiti di legge per definirsi startup innovative.
Maggiori informazioni possono essere reperite sul portale istituzionale dedicato all’argomento, frutto della collaborazione tra il Ministero dello Sviluppo Economico, Infocamere, Registoimprese e Camere di Commercio d’Italia, all’indirizzo http://startup.registroimprese.it/isin/home
Attraverso il portale del registro imprese è anche possibile farsi un quadro delle startup innovative esistenti in Italia. Ad oggi (febbraio 2020) le imprese registrate nella sezione speciale (che rispondono ai requisiti startup innovative) sono oltre undicimila (11052 al 26/02/2020). La regione capofila, con quasi tremila imprese, è la Lombardia, che stacca notevolmente le altre. Al secondo posto, infatti, il Lazio, ha oltre 1.200 startup innovative, seguono l’Emilia Romagna (929), la Campania (916) ed il Veneto (906). Più distanti le altre regioni. Fanalino di coda, la Valle d’Aosta, con solo 21 iscrizioni all’attivo.
Avv. Alessandro Marchetti